Piero Valenzano, "Pierino"

di Giovanni Baldini, 14-7-2003, Creative Commons - Attribuzione 3.0.

Medaglia d'Argento al Valor Militare, alla memoria

Monumenti che nominano Piero Valenzano:
- Lapide a Valenzano (*) - Firenze

I monumenti segnati con l'asterisco si trovano sul luogo dell'accaduto

Nato a Castagnole Monferrato il 5.11.1924, Valenzano arrivò a Firenze come militare di leva. Era di servizio all'autocentro di Sesto Fiorentino e lì prese i primi contatti con l'organizzazione comunista.
Dopo l'otto di settembre abbandonò la divisa e venne nascosto in numerose abitazioni fino a raggiungere il podere Risercioni, nei pressi di Vaglia, a fine settembre 1943.
La valletta di Risercioni (o Riseccioni) era ben nota ai partigiani, le famiglie che vi abitavano offrivano spesso ospitalità e cibo ai partigiani e alle staffette di passaggio fra Monte Morello e Monte Giovi. Venne lì ospitato dalla famiglia Ignesti fino ai primi giorni del '44. Poi, maturata la decisione di partecipare alla lotta di liberazione e trovati i contatti giusti, raggiunse la formazione partigiana "Lanciotto Ballerini" di stanza a Gattaia, nel Mugello.

Piccolo di statura e avvolto in una giacca fuori misura si vide assegnare da subito il nomignolo di "Pierino". Riflessivo, puntuale nell'esecuzione degli ordini e dotato di uno straordinario senso dell'orientamento emerse naturalmente nella brigata come il più affidabile per le missioni che necessitavano di particolare cautela.
Freddo nel combattimento anche quando altri venivano presi dal panico sopravvisse al durissimo rastrellamento del Falterona.

Nei giorni immediatamente successivi alla liberazione di Firenze i partigiani erano impegnati a rendere sicure alcune zone ancora sotto il tiro dei cecchini o minacciate di distruzione per le mine.
Durante un'azione di bonifica della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella Pierino venne fulminato da una raffica di mitragliatore.

La sua salma venne riportata a Torino dal Giardino dei Semplici solo nel 1950.

Medaglia d'Argento al Valor Militare, alla memoria

Fin dall'inizio partecipava alla lotta armata di liberazione segnalandosi sempre per entusiasmo ed ardimento notevoli, tanto da acquistare grande ascendente sui suoi compagni, che trascinava dietro di sè con la forza dell'esempio e con l'ardore delle sue parole. Nel corso di uno scontro con il nemico, non curante di una prima e poi seconda ferita, resisteva nella lotta, finchè una raffica avversaria non lo sbatteva al suolo. Magnifica figura di combattente e di partigiano.

Firenze, 8 settembre 1943 - 15 agosto 1944


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