La fine di "Tantana"

di Giovanni Baldini, 19-3-2004, Creative Commons - Attribuzione 3.0.

Questa storia si svolge nel comune di Quarrata (PT).

Il 15 giugno 1944 il partigiano pratese Ruggero Tonfani, detto "Tantana", era andato a ritirare delle armi nella zona fra Prato e Quarrata.
Era del tempo che Tantana veniva seguito dai fascisti e aveva già avuto degli "avvertimenti" per indurlo a cessare l'attività antifascista. In particolare poche sere prima era stato avvicinato in maniera amichevole da alcuni esponenti del fascio pratese in un tentativo di riparare a screzi avvenuti in passato.

Il 15 sera Tantana si accorse di essere seguito quando tornato alla bicicletta per rientrare a Prato la trovò con entrambe le ruote tagliate, cercò allora rifugio presso la casa di un conoscente in località Catena, nel comune di Quarrata.
Poco dopo venne raggiunto e ucciso da un gruppo di nazi-fascisti.

Nella lunga agonia che gli venne inflitta fu mutilato dei genitali e impiccato con del fil di ferro fuori da una finestra, poi venne arso insieme alla casa.
Fu imposto inoltre che il cadavere di Tantana rimanesse esposto sulle rovine a monito per gli altri partigiani, e così rimase fino a che un gerarca fascista di passaggio non lo fece rimuovere per motivi d'igiene pubblica.

Le modalità terrificanti di questo delitto preoccuparono i fascisti locali che si affrettarono a scaricare le responsabilità sui tedeschi, in realtà è poi stato appurato che il gruppo di sicari era composto anche da italiani, di alcuni di loro si conoscono anche i nomi.

La morte di Tantana ebbe un lungo strascico anche nei mesi successivi alla guerra. Il fratello di Ruggero, profondamente sconvolto, si mise implacabilmente a cercare vendetta e uccise alcuni esponenti delle vecchie gerarchie fasciste.
Il più delle volte però la vendetta cadde su personaggi fortemente compromessi col regime ma che non si erano macchiati di delitti gravi e che appunto per questo non erano fuggiti altrove.
Il fratello di Ruggero venne processato e imprigionato.


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