La strage di Vinca

di Giovanni Baldini, 6-8-2005, Creative Commons - Attribuzione 3.0.

Questa storia si svolge nel comune di Fivizzano (MS).

Monumenti che si riferiscono a questi fatti:
- Cappella ai martiri - Vinca, Fivizzano (MS)
- Cippo ai martiri - Vinca, Fivizzano (MS)
- Lapide a Don Ianni - Vinca, Fivizzano (MS)
- Lapide del Seminario - Massa
- Monumento ai caduti per la liberazione di Marina - Marina di Massa, Massa
- Monumento alle vittime delle stragi di Apuania - Massa
- Monumento del cimitero di Vinca - Vinca, Fivizzano (MS)
- Monumento di Mandrione (*) - Vinca, Fivizzano (MS)
- Monumento per la strage di Vinca - Vinca, Fivizzano (MS)
- Parco della Resistenza del Monte Brugiana - Bergiola Maggiore, Massa
- Sacrario delle vittime di Vinca - Vinca, Fivizzano (MS)
- Tabernacolo a Don Ianni (*) - Monzone, Fivizzano (MS)

I monumenti segnati con l'asterisco si trovano sul luogo dell'accaduto

La mattina del 24 agosto 1944 olte cinquanta automezzi carichi di soldati tedeschi e militi fascisti salgono verso il paese di Vinca, toccando Equi Terme, Monzone e altri paesi.
La zona è conosciuta per essere frequentata dai partigiani, i vari valichi che permettono il collegamento con gli altri versanti sono spesso percorsi dalle staffette.

Gli uomini del maggiore Reder e la Brigata Nera "Mai Morti" comunque non cercano i partigiani, loro obiettivo è la popolazione civile.
Arrivano al paese di Vinca nella prima mattinata portandosi dietro anche un cannone salendo dal paese di Monzone, mentre altre colonne di nazifascisti accerchiano la zona salendo dalle valli sul versante della Garfagnana e da quello di Carrara.

Il paese e i campi circostanti vengono battuti palmo a palmo per tutta la giornata, di quelli che all'inizio del rastrellamento si trovavano dentro il cerchio solo due si salveranno. Il paese viene occupato da uno dei plotoni fascisti, devastato e poi incendiato. Alla sera i nazifascisti rientrano a valle.
Ma l'esperienza maturata in queste cose suggerisce di riprendere la mattina dopo: difatti gli scampati erano tornati a raccogliere i familiari uccisi e per salvare dalle fiamme quello che potevano. In questo modo riescono ad uccidere altre persone.

La conta dei morti si ferma a 173 vittime e come era già successo a Sant'Anna di Stazzema, San Terenzo - Bardine e a Valla i cadaveri spesso sono rinvenuti nudi, decapitati, impalati o comunque in condizioni che permettono di misurare l'accanimento dei loro assassini.

Bibliografia

Passi nella memoria
Guida ai luoghi delle stragi nazifasciste in Toscana
di Paolo De Simonis
Carocci, 2004
ISBN 88-430-2932-0

con Jrank
ResistenzaToscana.it - Le associazioni federate