L'incendio di Fonte Santa
di Alessandro Bargellini, 14-2-2006, Tutti i Diritti Riservati.
Questa storia si svolge nel comune di Bagno a Ripoli (FI).
Monumenti che si riferiscono a questi fatti:
- Cippo di Casa Gamberaia (*) - San Donato in Collina, Bagno a Ripoli (FI)
- Lapide dei partigiani caduti del comune di Firenze - Firenze
- Lapide del quartiere 7 - Firenze Nova, Firenze
- Lapide di Fonte Santa (*) - San Donato in Collina, Bagno a Ripoli (FI)
- Sacrario dei partigiani fiorentini - Rifredi, Firenze
I monumenti segnati con l'asterisco si trovano sul luogo dell'accaduto
Dopo aver lasciato San Donato in Collina, la mattina del 3/8/1944 le retroguardie tedesche giungono a Casa Gamberaia. Devono organizzare un'altra linea di resistenza contro l'incalzante avanzata degli Alleati e contemporaneamente smantellare la presenza dei partigiani della XXII/bis Brigata Garibaldi "A. Sinigaglia".
Proprio nel tentativo di accerchiare un gruppo di soldati tedeschi, una pattuglia garibaldina resta isolata e dopo un breve combattimento viene scompaginata.
Il comandante della I Compagnia della "Sinigaglia", Sergio Donnini ("Otto"), è catturato e condotto verso Troghi per essere giustiziato. Durante la marcia riesce a sorprendere il soldato che lo scorta: lo uccide e così riesce a porsi in salvo.
Nel pomeriggio il bosco di Fonte Santa è in preda ad un incendio di vaste proporzioni. I tedeschi hanno attaccato in forze usando i lanciafiamme per stanare i partigiani. Le fiamme, sprigionate nei boschi di Montisoni, sono spinte dal vento verso Poggio Firenze e ciò contribuisce a proteggere la ritirata di queste truppe.
Le uniche forze che ancora le contrastano sono quelle della II Compagnia della "Sinigaglia"; alla fine degli scontri il nemico conterà 16 caduti.
Di contro abbiamo la solita barbarie tedesca che si sfoga presso Casa Gamberaia con l'uccisione del contadino di San Donato in Collina Fortunato Chiarantini (nato a Rignano sull'Arno, 58 anni) e del partigiano Silvano Galantini (nato a Firenze, 20 anni). Dopo essere stati catturati sono trucidati con un colpo di pistola alla nuca.
Non è noto a quale formazione appartenesse il Galantini giacché nel libro di memorie di Angiolo Gracci, comandante della "Sinigaglia", è pubblicato l'elenco dei caduti di questa formazione ed il suo nome non vi compare. Tuttavia è sepolto nel cimitero monumentale dell'Antella.
Bibliografia
- 1943-1945, La Liberazione in Toscana, la storia, la memoria
testimonianze, ricordi dai comuni toscani - libri e ricordi nel cinquantesimo -
di Autori Vari
Giampiero Pagnini Editore, 1995
- Brigata Sinigaglia
-
di Angiolo Gracci
1945
- Fonte Santa
itinerari fra storia arte ambiente -
di Massimo Casprini, Silvano Guerrini
CRC Antella, 1989
- 1994 - 50º anniversario della liberazione
-
a cura di Massimo Casprini
CRC Antella, 1994