L'uccisione di Giuseppe Chiti

di Paolo Chiti, 4-3-2009, Tutti i Diritti Riservati.

Questa storia si svolge nel comune di Barberino Val d'Elsa (FI).

Monumenti che si riferiscono a questi fatti:
- Lapide dei caduti - Barberino Val d'Elsa (FI)

I monumenti segnati con l'asterisco si trovano sul luogo dell'accaduto

Siamo nell'estate del 1944 e il fronte si sta avvicinando.
Siena è gia stata liberata, i francesi si stanno avvicinando a San Gimignano, l'arrivo degli alleati sembra imminente.

La famiglia Chiti di Barberino Val d'Elsa era sfollata in località Magliano poco distante da Barberino. La famiglia era composta dal capo famiglia Giuseppe, noto comunista del comprensorio e grande oppositore del regime, sua moglie Pia e i loro cinque figli.
Un giorno il Chiti si mosse da Magliano al tramonto del sole, aveva da procurare il pranzo per il giorno dopo per tutta la famiglia ed era diretto da un suo parente che lo poteva aiutare. Giunse all'altezza di un campo di granturco al podere La Spinosa, il silenzio che aleggiava a quell'ora fu rotto improvvisamente dalle raffiche di una mitraglia. Si udirono per tutta la notte le sue grida di dolore e di aiuto, i nazifascisti gli avevano teso una imboscat, lasciandolo agonizzante sul luogo dato che volutamente non lo finirono, essendo ferito solamente alle gambe.
Morì fra atroci sofferenze, dissanguato. Fu trovato dal figlio Marcello il giorno dopo. Era il 12 luglio 1944.

La delazione fu fatta da un noto fascista del luogo, proprietario della cava di lignite dove Giuseppe Chiti aveva lavorato e dove aveva promosso scioperi e propaganda antifascista.
Il 25 luglio gli alleati entreranno a Barberino.

Purtroppo le atrocità e le sofferenze nella famiglia Chiti non erano finite. Nel 1945 un gruppo di bambini trovò un ordigno: vennero investiti da una esplosione. Ci furono vari feriti e purtroppo Paolo, l'ultimo genito dei Chiti, rimase ucciso.


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