Anna Maria Enriques Agnoletti

di Giovanni Baldini, 14-7-2003, Creative Commons - Attribuzione 3.0.

Medaglia d'Oro al Valor Militare, alla memoria

Monumenti che nominano Anna Maria Enriques Agnoletti:
- Cippo Caduti di Radio Cora (*) - Cercina, Sesto Fiorentino (FI)
- Lapide a Enriques Agnoletti - Marino (RM)
- Lapide ai caduti del liceo Michelangelo - Firenze
- Lapide dei partigiani caduti del comune di Firenze - Firenze
- Sacrario dei partigiani fiorentini - Rifredi, Firenze

I monumenti segnati con l'asterisco si trovano sul luogo dell'accaduto

Nata a Bologna nel 1907 lavorò come prima archivista all'Archivio di Stato di Firenze fino alla promulgazione delle leggi razziali. Anna Maria, nonostante si fosse da tempo convertita al cattolicesimo e fosse di discendenza ebrea solo da parte paterna, fu costretta ad abbandonare il suo incarico.
Come paleografa trovò impiego alla Biblioteca Vaticana dove entrò in contatto con esponenti del movimento cristiano sociale.

Dall'otto di settembre fu continuamente impegnata in attività di collegamento con il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale e adoperandosi per offrire aiuto ai militari sbandati e ai perseguitati con il fratello Enzo, rappresentante del Partito d'Azione in seno al CTLN.
Ma a Roma vennero arrestati e ferocemente torturati alcuni esponenti del movimento cristiano sociale e venne fatto il nome di Anna Maria.

Inviando a Firenze un falso ufficiale sbandato a chiederle aiuto i nazi-fascisti riuscirono a incastrarla: il 15 maggio 1945 fu portata a Villa Triste.
Dopo sette giorni di torture e pesanti interrogatori Anna Maria venne trasferita al carcere delle Murate senza che fosse stato possibile estorcerle alcuna informazione.

Il 12 giugno venne prelevata da alcuni fascisti e nazisti e, unitamente ai patrioti di Radio CORA, portata a Cercina e fucilata.

Medaglia d'Oro al Valor Militare, alla memoria

Immemore dei propri dolori, ricordò solo quelli della Patria; e nei pericoli e nelle ansie della lotta clandestina ricercò senza tregua i fratelli da confortare con la tenerezza degli affetti e da fortificare con la fermezza di un eroico apostolato. Imprigionata dagli sgherri tedeschi per lunghi giorni, superò con la invitta forza dell'animo la furia dei suoi torturatori che non ottennero da quel giovane corpo straziato una sola parola rivelatrice. Tratta dopo un mese dal carcere delle Murate, il giorno 12 giugno 1944, sul greto del Mugnone, in mezzo ad un gruppo di patrioti, cadeva uccisa da una raffica di mitragliatrice: indimenticabile esempio di valore e di sacrificio.
Firenze, 15 maggio - 12 giugno 1944


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