Fucilazione a Mosciano

di Alessandro Bargellini, 6-5-2008, Tutti i Diritti Riservati.

Questa storia si svolge nel comune di Scandicci (FI).

Monumenti che si riferiscono a questi fatti:
- Cippo a Burchietti, Spinelli e Fanfani (*) - Mosciano, Scandicci (FI)
- Lapide della Casa del Popolo di San Martino - San Martino alla Palma, Scandicci (FI)
- Sepolcro dei partigiani di San Martino alla Palma - San Martino alla Palma, Scandicci (FI)

I monumenti segnati con l'asterisco si trovano sul luogo dell'accaduto

Nel territorio boschivo delle colline di Scandicci, intorno a Cortenuova ed al Masseto, si trova acquartierata la formazione partigiana "Valerio Bartolozzi". È frequentata dai giovani della zona che vi portano cibo e materiale vario ed inoltre offre a questi protezione durante i rastrellamenti operati dai nazifascisti.
Il rifugio che era punto di riferimento per la formazione era stato costruito dagli abitanti della zona in località Sodolungo, presso Cortenuova. Sorgeva in una piazzola a ridosso di una piccola altura, coperta da una fitta vegetazione. Vi si accedeva da tre viottoli che si dipartivano da altrettante case coloniche che fungevano da osservatori. Utilizzando semplici stratagemmi potevano avvertire della presenza o meno dei tedeschi. Vi hanno trovato ospitalità uomini, donne e sfollati.

Nel primo pomeriggio del 17/7/1944 nel prato di Sevoli, al limitare del bosco, i tedeschi catturano tre giovani: Rolando Burchietti (nato a San Martino alla Palma il 17/2/1923, residente a Rinaldi, operaio, celibe), Vasco Spinelli (nato a San Martino alla Palma il 22/4/1926 e qui residente, operaio , celibe) ed Enzo Fanfani (nato a Scandicci il 2/5/1927, residente a Rinaldi, operaio, celibe).

Circa la loro cattura, in mancanza di notizie certe, si formulano alcune ipotesi; possono essere stati scoperti da una delle numerose pattuglie in perlustrazione nella zona, oppure sono stati individuati, con un cannocchiale, dal vicino Comando tedesco posto nella Villa Lazzeri, oggi Villa Ledanice.

Non è da escludersi che i tre giovani siano stati sorpresi nel sonno, dato che non vi sono testimonianze su un loro eventuale tentativo di fuga: ciò induce a pensare anche ad una possibile delazione che ha permesso ai tedeschi di catturarli senza colpo ferire. Ed impedendo anche un tentativo di difesa giacché pare che uno di loro abbia con sé una pistola ed una bomba a mano.
Fino al giorno precedente le cattura era presente anche il diciassettenne Gino Galligani, amico dei tre; il padre lo aveva convinto a ritornare a casa per il bene dei genitori, ma si era ripromesso di ritornare dai compagni.

Sotto scorta e con le mani incrociate sulla testa, i tre sono condotti al Comando tedesco; tra la poca gente che li vede passare qualcuno ricorderà di aver visto il Fanfani piangente.
Nella Villa Lazzeri è decisa la loro sorte ed infatti sono accompagnati nel giardino dove li aspetta il plotone d'esecuzione. L'intervento coraggioso del giardiniere che si mette ad urlare induce i carnefici a scegliere un altro luogo per la loro opera.

Allontanatisi di un qualche centinaio di metri, lungo la Via di Mosciano, presso il bosco detto "Il Castagneto", costringono i condannati a scavarsi la propria fossa e poi, dopo averli posti dinanzi ad essa, li fucilano intorno alle ore 18:00. Uno cade nella propria buca e gli altri due, abbracciati fra loro, in un'altra. Sono poi ricoperti con poca terra ed alcune frasche.

Solo il giorno successivo, 18/7/1944, i familiari apprendono della loro sorte. La madre del Burchietti, Giovanna Barbetti, seguita da molte altre persone, parte alla ricerca dei corpi che saranno poi trasportate su un carretto a mano.
Dalle denuncie fatte dai famigliari delle vittime ai Carabinieri Reali si possono ritenere come responsabili i militari del Feldgendarmerie-Abteilung 541, reparto aggregato alla XIV Armata del generale Joachim Lemelsen responsabile del fronte in questo settore. Anche se in questo caso, come in moltissimi altri, si ritiene sempre come autori degli eccidi le SS.

Interessante è la lettera che don Ferradino Fiorini, priore di Sant'Andrea a Mosciano, ha inviato al cardinale Elia Dalla Costa riguardo all'uccisione di cinque persone avvenute nella zona. Secondo il sacerdote alcuni partigiani avrebbero eliminato una sentinella tedesca e per questo il locale Comando germanico aveva prelevato degli ostaggi che sarebbero stati passati per le armi qualora, alla sera, non fossero stati catturati i responsabili. I tre rinvenuti armati nel bosco e quindi ritenuti partigiani sarebbero poi stati fucilati senza essere muniti dei conforti religiosi. Le loro salme riesumate, con l'ausilio del priore di San Martino alla Palma, due giorni dopo, il 19/7/1944, e non l'indomani dell’esecuzione come riportato sopra.
Gli altri due fucilati dovrebbero quindi intendersi i fratelli Vezzosi, uccisi al Casone (ma di cui uno e’ stato impiccato) lo stesso giorno. Il tedesco ucciso, tuttavia, non era una sentinella ma si trovava con un altro camerata sulla Via di Marciola, presso la Fattoria “I Lami”.

Quindi potrebbe essere stata un’azione di rappresaglia per la morte del loro commilitone ma anche una reazione esasperata dalla presenza dei partigiani.

Le tre vittime sono ora sepolte nel cimitero di San Martino alla Palma, unitamente ad altri due fucilati a Patoncioli, uno dei quali è Pietro Spinelli, fratello di Vasco.

Burchietti, Spinelli e Fanfani sono stati riconosciuti partigiani. Quanto al loro inquadramento sono stati rivendicati sia dalla formazione “Valerio Bartolozzi”, di orientamento comunista e sia dalla III Brigata GL “Carlo Rosselli”; da notare che il cippo commemorativo e’ stato posto dalla D.C. di Mosciano. Comunque erano giovani ai quali l’esperienza operaia e la guerra avevano fatto maturare un orientamento decisamente antifascista.

Bibliografia

Scandicci e la sua gente
(Febbraio 1921 - Giugno 1946)
di Renato Castaldi
Edizioni Polistampa Firenze, 1993
Giorni della nostra storia
a cura di Nicola Labanca
Mandragora, 1997
Preti fiorentini: Giorni di guerra 1940-1945
Lettere al vescovo
a cura di G. Villani
LEF, 1992
Le stragi nazifasciste in Toscana 1943-45
Guida bibliografica alla memoria
a cura di Valeria Galimi, Simone Duranti
Carocci, 2003
ISBN 88-430-2525-2
San Michele, la battaglia dimenticata
di Claudio Biscarini
Centrolibro, 2006
ISBN 8886794134

con Jrank
ResistenzaToscana.it - Le associazioni federate